Addio a Enrico Reinaudo, pioniere delle autopista in piazze e feste a Cuneo, nel Torinese e Liguria

Addio a Enrico Reinaudo, storico giostraio, a lungo titolare di un’impresa di spettacoli viaggianti, «Re» delle autopista nel Cuneese, nel Torinese e in Liguria. Aveva 91 anni, è morto ieri (lunedì 24 marzo) nella sua abitazione di via Centallo, a Caraglio. Di famiglia originaria di Boves, dove il nonno materno emigrato in America rientrò nel 1912, Reinaudo ereditò il mestiere dalla madre Mariuccia Cerato, chealla fine degli Anni 10 del XX Secolo aveva iniziato l’attività di giostraia alle feste di paese con un ballo a palchetto.
In seguito, una giostra di cavalli costruita a mano, installata esclusivamente nei parchi della famiglia reale dei Savoia e per questo denominata «Giostra du Re». Nel tempo, Enrico Reinaudo acquisì le redini della società e ne ampliò le attrazioni, dalle catene alle giostrine per bambini. Artigiano geniale e creativo, dotato di grandi capacità manuali imparate sul campo, alla fine degli Anni 50 costruì in proprio la prima delle sue future tre «autoscontro», nel tempo perfezionate con l’introduzione di modifiche tecniche che ne miglioravano la logistica, facilitando le operazioni di trasporto, montaggio e smontaggio. Da lì in poi, una vita sulle «carovane» itineranti, tra un paese e l’altro, una festa patronale, una fiera o un Carnevale. Una lunga, brillante carriera professionale che lo portò a diventare un punto di riferimento del settore, in Piemonte e Liguria.

Le autoscontro di Reinaudo divennero un luogo di ritrovo e divertimento per generazioni di giovani, dove si poteva ascoltare anche ottima musica (era anche un eccellente dj), ballare sotto luci e riflettori da discoteca. Personaggio all’avanguardia, tra le altre innovazioni realizzò lo «scivolone» che ancora oggi appare in decine di Luna Park, fu tra i primi a lanciare le giostre «Catapulta» e «Tagadà».
Sempre presente a Cuneo tra gli Anni 60 e 80 sulle piazze Boves e Reggimento Alpini, quindi in piazza Galimberti, affiancato dai figli Reinaudo allargò il proprio raggio d’azione in decine di centri di tutta la Granda, del Torinese e della Liguria. Curiosamente, non montò mai l’autopista a Caraglio, il suo paese.
In pensione dalla fine degli Anni 90, era grande appassionato di pesca in montagna, al mare e nei laghi. Lascia la moglie Giansanta Carrara, i figli Paolo, Marco, Francesco, Valeria (proseguono l’attività del padre) e i nipoti. Funerali giovedì 27 marzo, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Caraglio dove domani, alle 18,45, sarà recitato il rosario.