“Con passione e sorrisi, solo così si lavora”
l personaggio. Amedeo, professione giostraio. Storia di un lavoro ereditato
Legnano – Migrano di continuo, vagando di provincia in provincia tra sagre, feste patronali e fiere portando suoni, colori e quell’allegria che contagia grandi e piccini, sempre sorridenti ed entusiasti, come li vediamo qui alla Fiera dei morti di Legnano ma, sconosciuta ai più, la vita dei giostrai non è affatto semplice.
Una tradizione familiare che si tramanda
“Giostraio nasci”, a dirlo convinto dopo 58 anni di attività è Amedeo Zanetti, 78enne milanese, giostraio da generazioni, proveniente da una famiglia di origine circense. “Oggi ad occuparsi della giostra è mia figlia, ma io la seguo ovunque –prosegue – questo è un mestiere che impari da bambino, ma che fino a quando hai gambe per andare, non puoi certo rinunciare. E’ uno stile di vita, uno stato d’animo che non cambierei per niente al mondo”.
“In ogni paese in cui arriviamo sistemiamo la nostra “casa su ruote”. I nostri caravan sono dei veri e propri appartamenti con all’interno tutti i comfort necessari per vivere: abbiamo salotti, cucine, camere e servizi igienici super accessoriati, per non far mancare nulla alle nostre famiglie che vivono con noi. Inoltre –racconta – le scuole dei Comuni dove arriviamo, grazie ad una legge che sancisce un accordo con il Ministero dell’Istruzione, sono obbligate a tenere in classe i nostri figli, che ci seguono e imparano presto tutte le operazioni che noi facciamo durante l’attività e quando diventano adulti non viene loro difficile proseguire in autonomia. Ma anche i nostri anziani vivono con noi, fino alla fine dei loro giorni”.
Qui però c’è una piccola curiosità. “A Scandicci, in provincia di Firenze, esiste la Casa di Riposo dei giostrai; è stata donata da Giulio Andreotti, ora però vi soggiornano solo tre anziani che terminata l’attività sono rimasti soli. La Casa di Riposo è gestita da preti e viene sovvenzionata con donazioni di tutti gli appartenenti alla categoria”.
Una magia costruita su un duro lavoro
“Con passione e sorrisi, solo così si lavora. Chi si ferma è perduto!”, dice Zanetti.
“Ogni giorno, appena svegli, effettuiamo un sopralluogo osservando accuratamente che ogni fune, tirante e parte meccanica sia in ordine. Le giostre moderne, dette anche “macchine da divertimento” – spiega – sono opere di alta ingegneria, che costano dai 300mila a un milione di euro -quelle più performanti-, e che, come tali, hanno bisogno di una continua manutenzione. Quando alla sera chiudi la porta dell’attrazione ed entri nel caravan, non puoi dire: “ci pensiamo domani”, no, perché il tuo mondo è là fuori e, se di notte soffia il vento o piove, corri subito a vedere che sia tutto a posto”.
“Il Luna Park di Legnano – ci tiene a dire lo storico giostraio – è il più completo dell’Alta Italia, perché offre una vasta gamma di attrazioni: non troverete mai due giostre uguali, questo non perché non vogliamo far concorrenza interna, ma perché vogliamo che il cliente sia soddisfatto e abbia così un’ampia scelta. Inoltre, la peculiarità del Luna Park legnanese sta proprio nel riservare una zona alle novità e questo è segno di grande lungimiranza. In questo modo si aiutano le imprese dei giostrai a lavorare e al pubblico si offrono sempre attrazioni diversificate”.
“Siamo però degli imprenditori anomali – si inserisce nel discorso anche il Coordinatore dei giostrai Salvioli – se qualcosa va male, spendiamo fino all’ultimo centesimo per sistemare la nostra giostra, attingendo anche dai nostri fondi personali. In questo lavoro è un continuo investire: quando una giostra è obsoleta la cambiamo e quindi si ricomincia daccapo!”